mercoledì 27 agosto 2025

"Con tutte le creature": incontro con Derio Olivero - Fraternità Romena


 5 luglio 2025: Convegno "Con tutte le creature. Natura e spiritualità". Derio Olivero, vescovo di Pinerolo (To), parla del creato tramite l'arte. Attraverso i dipinti della cappella Sistina ci aiuta a cambiare sguardo e a vedere il creato con gratitudine, come un grande mistero (cioè più grande di quel che vediamo) e a prendercene cura pensando che Dio è lì che lavora come un contadino sudato, fiducioso, che non misura e che lavora anche in tempi difficili e aridi. "Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode". (LS 12,21)

lunedì 11 agosto 2025

Letture bibliche della Messa per la Custodia della creazione

 

Messa per la Custodia della Creazione

 

Presentazione della Missa pro custodia creationis

 

Presentazione della Missa pro custodia creationis

Decreto di Papa Leone XIV sulla Messa per la Custodia della Creazione

Presentazione della Missa pro custodia creationis

A 10 anni della pubblicazione dell’Enciclica Laudato Si, Papa Leone XIV ha promulgato il Decreto per la Missa pro custodia creationis (“Messa per la Custodia della Creazione”). 

Questo nuovo formulario del Messale Romano si inserisce nelle Messe pro variis necessitatibus vel ad diversa (“per diverse esigenze e occasioni”) ed è stato approvato dal Santo Padre attraverso il Decretum de formulario et lectionibus adhibendis in Missa pro custodia creationis.  

La Missa pro custodia creationis è motivo di gioia per il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale che vede, tra i suoi vari temi di competenza, l’accompagnamento delle Chiese locali nella cura della “casa comune” e nella promozione di nuovi cammini per un’ecologia umana integrale.

La pastorale sociale legata alla cura del Creato è stata incoraggiata negli anni anche dai numerosi appelli di Papa Francesco, sin dalla pubblicazione della Laudato Si.

Come ha scritto Papa Leone XIV nel Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato 2025 “l’Enciclica Laudato si’ ha accompagnato la Chiesa Cattolica e molte persone di buona volontà per dieci anni: essa continui ad ispirarci e l’ecologia integrale sia sempre più scelta e condivisa come rotta da seguire. Così si moltiplicheranno i semi di speranza, da ‘custodire e coltivare’ con la grazia della nostra grande e indefettibile Speranza, Cristo Risorto”.

Il Decreto della Missa pro custodia creationis è stato pubblicato in latino; il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha messo a disposizione alcune “traduzioni di lavoro” destinate alle Conferenze Episcopali che hanno però la facoltà di adattarle alle proprie esigenze linguistiche. Le traduzioni proposte “vogliono semplicemente offrire un aiuto per facilitare il lavoro di traduzione, in vista di un suo possibile utilizzo nella prossima Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato (1 settembre 2025)”.

Presentazione della Missa pro custodia creationis

La Conferenza Stampa di presentazione della Missa pro custodia creationis si è svolta il 3 luglio 2025 con la partecipazione del Cardinale Michael Czerny SJ, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (DSSUI) e di S.E. Mons. Vittorio Francesco Viola, OFM, Segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Durante la presentazione, il Cardinale Czerny ha dichiarato che la Messa per la Custodia della Creazione (Missa pro custodia creationis) “è un motivo di gioia” poiché risponde “alle numerose richieste giunte da tutto il mondo (...). Rinnova la nostra gratitudine, rafforza la nostra fede e ci invita a rispondere con cura e amore, in un sentimento sempre crescente di meraviglia, rispetto e responsabilità”.

Il Prefetto del DSSUI ha aggiunto che la Messa per la Custodia della Creazione “ci chiama ad essere fedeli amministratori di ciò che Dio ci ha affidato nelle nostre scelte quotidiane e nelle politiche pubbliche, così come nella preghiera, nel culto e nel modo con cui viviamo nel mondo”.

Papa Leone XIV utilizzerà il nuovo formulario della Messa per la custodia della creazione il 9 luglio 2025 in una Eucaristia privata che celebrerà nel Borgo Laudato Si, durante il suo periodo di vacanza a Castel Gandolfo.

 



 

Foto Copyright: Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale

Messaggio di Sua Santità Papa Leone XIV per la X Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato 2025

 

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ
PAPA LEONE XIV

PER LA X GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA
PER LA CURA DEL CREATO 2025

 

https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/messages/creation/documents/20250630-messaggio-giornata-curacreato.html 

 📣 Pubblicato il messaggio di Papa Leone XIV per la Giornata Mondiale di  Preghiera per la Cura del #Creato 2025! Nel decimo anniversario della  Giornata, il Santo Padre ci invita a riflettere

 

 

Semi di Pace e di Speranza

Cari fratelli e sorelle!

Il tema di questa Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, scelto dal nostro amato Papa Francesco, è “Semi di Pace e di Speranza”. Nel 10° anniversario dell’istituzione della Giornata, avvenuta in concomitanza con la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’, ci troviamo nel vivo del Giubileo, “pellegrini di Speranza”. E proprio in questo contesto il tema acquista il suo pieno significato.

Molte volte Gesù, nella sua predicazione, usa l’immagine del seme per parlare del Regno di Dio, e alla vigilia della Passione la applica a sé stesso, paragonandosi al chicco di grano, che per dare frutto deve morire (cfr Gv 12,24). Il seme si consegna interamente alla terra e lì, con la forza dirompente del suo dono, la vita germoglia, anche nei luoghi più impensati, in una sorprendente capacità di generare futuro. Pensiamo, ad esempio, ai fiori che crescono ai bordi delle strade: nessuno li ha piantati, eppure crescono grazie a semi finiti lì quasi per caso e riescono a decorare il grigio dell’asfalto e persino a intaccarne la dura superficie.

Dunque, in Cristo siamo semi. Non solo, ma “semi di Pace e di Speranza”. Come dice il profeta Isaia, lo Spirito di Dio è in grado di trasformare il deserto, arido e riarso, in un giardino, luogo di riposo e serenità: «In noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre. Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri» (Is 32,15-18).

Queste parole profetiche, che dal 1° settembre al 4 ottobre accompagneranno l’iniziativa ecumenica del “Tempo del Creato”, affermano con forza che, insieme alla preghiera, sono necessarie la volontà e le azioni concrete che rendono percepibile questa “carezza di Dio” sul mondo (cfr Laudato si’, 84).La giustizia e il diritto, infatti, sembrano rimediare all’inospitalità del deserto. Si tratta di un annuncio di straordinaria attualità. In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina. Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche (cfr Esort. ap. Laudate Deum, 5), senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati.

Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi. È emblematica in tale ambito la sofferenza delle comunità indigene.

E non basta: la natura stessa talvolta diventa strumento di scambio, un bene da negoziare per ottenere vantaggi economici o politici. In queste dinamiche, il creato viene trasformato in un campo di battaglia per il controllo delle risorse vitali, come testimoniano le zone agricole e le foreste divenute pericolose a causa delle mine, la politica della “terra bruciata” [1], i conflitti che scoppiano attorno alle fonti d’acqua, la distribuzione iniqua delle materie prime, penalizzando le popolazioni più deboli e minando la stessa stabilità sociale.

Queste diverse ferite sono dovute al peccato. Di certo non è questo ciò che aveva in mente Dio quando affidò la Terra all’uomo creato a sua immagine (Gen 1,24-29). La Bibbia non promuove «il dominio dispotico dell’essere umano sul creato» (Laudato si’, 200). Anzi, è «importante leggere i testi biblici nel loro contesto, con una giusta ermeneutica, e ricordare che essi ci invitano a “coltivare e custodire” il giardino del mondo (cfr Gen 2,15). Mentre “coltivare” significa arare o lavorare un terreno, “custodire” vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura» (ivi, 67).

La giustizia ambientale – implicitamente annunciata dai profeti – non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Essa rappresenta una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente. Si tratta, in realtà, di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, in più, è un’esigenza teologica, che per i cristiani ha il volto di Gesù Cristo, nel quale tutto è stato creato e redento. In un mondo dove i più fragili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, e dell’inquinamento, la cura del creato diventa una questione di fede e di umanità.

È ormai davvero il tempo di far seguire alle parole i fatti. «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana» (ivi, 217). Lavorando con dedizione e con tenerezza si possono far germogliare molti semi di giustizia, contribuendo così alla pace e alla speranza. Ci vogliono talvolta anni prima che l’albero dia i suoi primi frutti, anni che coinvolgono un intero ecosistema nella continuità, nella fedeltà, nella collaborazione e nell’amore, soprattutto se quest’amore diventa specchio dell’Amore oblativo di Dio.

Tra le iniziative della Chiesa che sono come semi gettati in questo campo, desidero ricordare il progetto “Borgo Laudato Si’”, che Papa Francesco ci ha lasciato in eredità a Castel Gandolfo, come seme che può portare frutti di giustizia e di pace. Si tratta di un progetto di educazione all’ecologia integrale che vuole essere un esempio di come si può vivere, lavorare e fare comunità applicando i principi dell’Enciclica Laudato si’.

Prego l’Onnipotente di mandarci in abbondanza il suo «spirito dall’alto» (Is 32,15), affinché questi semi e altri simili portino abbondanti frutti di pace e di speranza.

L’Enciclica Laudato si’  ha accompagnato la Chiesa Cattolica e molte persone di buona volontà per dieci anni: essa continui ad ispirarci e l’ecologia integrale sia sempre più scelta e condivisa come rotta da seguire. Così si moltiplicheranno i semi di speranza, da “custodire e coltivare” con la grazia della nostra grande e indefettibile Speranza, Cristo Risorto. Nel suo nome invio a tutti voi la mia benedizione.

Dal Vaticano, 30 giugno 2025, Memoria dei Santi Protomartiri della Chiesa Romana
 

LEONE PP. XIV

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[1] Cfr Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace,  Terra e cibo, LEV 2015, 51-53.

 

 

 Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana

Preghiera del Tempo del Creato 2025

 

PREGHIERA DEL TEMPO DEL CREATO 2025

 

Creatore di tutto,

ti lodiamo per il dono della vita

e per la fede che ci unisce

nella cura della nostra casa comune.

Confessiamo quanto ci siamo allontanati gli uni dagli altri,

dalla tua Creazione e dal nostro io più vero.

Riconosciamo che la nostra avidità e i nostri impulsi distruttivi

hanno incrinato le nostre relazioni con Te,

con gli altri e con la Terra.

I campi fertili sono diventati sterili,

le foreste sono desolate,

gli oceani e i fiumi sono inquinati.

Comunità fiorenti sono diventate luoghi di sofferenza,

e la terra grida.

 

Cristo amato,

che ha parlato di “Shalom” a cuori spaventati,

ci stimoli all'azione compassionevole.

Ispiraci a lavorare per la fine dei conflitti,

e per il pieno ripristino delle relazioni spezzate con Te,

con la comunità ecumenica,

con la famiglia umana

e con tutto il Creato.

 

Principe della pace,

attraverso le Tue ferite,

insegnaci ad essere solidali con le ferite degli altri,

del creato e del mondo.

Attraverso la Tua resurrezione,

rendici persone di speranza

con una visione di spade trasformate in vomeri

e di lacrime trasformate in gioia.

Che possiamo unirci come un'unica famiglia,

per lavorare per la Tua pace.

Uno shalom in cui tutto il tuo popolo

possa abitare in sicurezza e riposare in luoghi tranquilli.

Amen.